sabato 18 gennaio 2014

Friday, bloody friday

Mi è stato insegnato che il venerdì 17 è una stupida superstizione, che le persone intelligenti non si fanno influenzare da queste cose, che è un giorno come un altro eccetera eccetera. Mi permetto di dissentire, almeno per questo singolo caso.
È cominciato tutto con il sacco della spazzatura pieno di pannolini che si rompe nel cortile di casa, con metà contenuto che si sparpaglia sul selciato bagnato. Già, perché ovviamente piove. 
Il tutto seguito da un'immersione fino alla caviglia in una pozzanghera perché davanti a casa mia, quando piove, si crea il fosso di Helm.
Ad ogni modo riesco a prendere l'autobus (solo 1 minuto di attesa, mai successo prima!), arrivo in ufficio e tutto è abbastanza tranquillo. 
Ho lavorato per due settimane di fila, è stato meno traumatico di quanto mi aspettassi, Pingu si è fatto due settimane intere di nido senza crollare. Ok, tecnicamente sono 9 giorni, ma stamattina è andato, stava bene, mi mancano 4 ore all'uscita. Posso quasi cantare vittoria.
DRIIIIIN! 
Sul display lampeggia il nome. Quel nome. No, per favore.
"Ciao cara, scusa il disturbo. Pingu sta continuando a fare la cacca, è il caso che tu lo venga a prendere subito. Ok? Ti aspettiamo, ciao!"

(Si, mi rendo conto che è imbarazzante. Sui blog di mamme la cacca è un'evergreen, volenti o nolenti. Un po' come il little black dress nei blog di moda. Ogni due per tre, tac! Ti si ripresenta).

Sono le 10.40. Piove fortissimo, l'autobus non arriva e la pediatra non mi risponde. 
Riesco a contattarla dal pullman, stranamente seduta, accanto a me due che declamano i fatti loro.
La mia telefonata, invece, si svolge più o meno come segue: la pediatra che mi elenca a macchinetta una serie di regole alimentari e farmaci i cui nomi importanti vengono puntualmente enunciati contemporaneamente a frenate brusche, clacson, altrui cellulari che squillano neanche li dovessero sentire entro 20 km. 
Io che, nel tentativo di prendere carta e penna per segnare tutto, rovescio il contenuto di metà borsa per terra e scendo due fermate più tardi perché devo finire la telefonata. Scendo come una disperata, con la penna in bocca, l'agenda in mano, la borsa tenuta per un mignolo e mi dirigo alla volta della farmacia. Dopo aver lasciato i soldi guadagnati con lo straordinario della domenica, vado al nido a prelevare il malato. 
Sono le 11.40. Pingu mangia a mezzogiorno e non ho niente di pronto per lui. Dovrei fargli del brodo di sole patate che mai sarà pronto in un quarto d'ora. Ok, mangerà il riso. Se butta giù la pastina ce la farà. 2 chicchi alla volta si riesce. 
Il pomeriggio passa più o meno tranquillo e, verso le 17, usciamo per ritirare in farmacia un latte artificiale apposta, che - sorpresa! - non sono riusciti a procurarsi. Faccio quindi il giro delle 5 farmacie di zona e niente. Mi resta l'ultima, la più fornita, ma dove non voglio andare perché c'è il farmacista più figo che abbia mai visto. Sulla trentina, sorriso smagliante, con le Converse borchiate. Lì ci si va per comprare un'aspirina, non certo un latte artificiale anti diarroico. No, no e poi no. 
Indovinate dove l'ho comprato alla fine? 

2 commenti: